sabato 2 giugno 2007

Freccia











A quest'ora di notte, nel caldo silenzioso di una Milano ormai già quasi semideserta, mi è venuta voglia di mettere questo pezzo, non so nemmeno perchè, così tanto per, boh o forse perchè ogni tanto dovrei aprire gli occhi e questo piccolo monologo notturno me lo ricorda, credo.




" Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards.

Credo al doppio suono del campanello del padrone di casa che vuole l'affitto ogni primo del mese.

Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finchè non si sta in piedi.

Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.

Credo che non sia tutto qua; però, prima di credere in qualcos'altro, bisogna fare i conti con quello che c'è qua: e allora mi sa che crederò primo o poi in qualche D-o.

Credo che se prima o poi avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecentomila al mese, però credo anche che se non leccherò il culo come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose.

Credo che c'è un buco grosso dentro, ma anche che il rock and roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici, bè, ogni tanto questo buco me lo riempiono.

Credo che la voglia di scappare da un paese di ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx...

Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perchè comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. "

ilha de Tavira









Sono passati quasi 5 anni da quando io, Dani e Manuel finimmo quasi per caso in quella piccola isoletta durante il nostro viaggio nel Sud del Portogallo; mi ricordo che me l'aveva consigliata un mio amico dell'Università che c'era stato l'anno prima..beh non avrei mai pensato che un posto del genere mi sarebbe rimasto dentro per così tanto tempo (insieme a tutto il Portogallo)..

Molte volte mi è balenata l'idea e la voglia di rimettere piede su quella sabbia , ma forse uno ha sempre un po' di diffidenza nel tornare dopo qualche tempo in luoghi che gli avevano lasciato ricordi così profondi e intensi.

La vera paura credo che sia quella di notare le differenze e vedere con un po' di amarezza i cambiamenti rispetto a quando ci si era stati per la prima volta..ma sono sicuro che lì non è così, non è posto da stravolgimenti, lo penso e lo spero perchè mi piacerebbe tremendamente ritornarci per riassaporare quell'atmosfera unica..

Viste le nuvole sul mio futuro Agosto, ci sto facendo seriamente un pensierino e ieri notte ho cercato qualcosa in internet e ho trovato questo articolo (datato di qualche anno visto che parla ancora in lire e escudos..) che rende molto meglio di quanto una mia banale descrizione avrebbe potuto fare...


"

“ E se perdo il battello?” … E’ un pensiero che normalmente arriva verso ora di cena, mentre magari si beve un bicchiere di vino in spiaggia, in attesa di una espedata mixta (uno spiedino di pesce), e che si insinua fin verso le undici e mezza della sera nelle menti senz’altro distese dei fortunati “clienti” del camping di Ilha de Tavira. Poi passa, e la notte prende il sapore del mare…
In effetti le acque hanno ormai sommerso il lembo che una volta univa l’isola alla terraferma e l’unico mezzo per raggiungere l’altra sponda è un piccolo peschereccio malandato che fa avanti e indietro per tutta la giornata, dalla mattina presto fino a poco prima della mezzanotte.
Un peschereccio che sa di magico, involontario traghettatore di anime in un’atmosfera del tutto speciale e da cui non è facile staccarsi.
Ilha de Tavira è il nome dell’isolotto di fronte alla cittadina omonima,Tavira, a metà strada tra Faro e il confine Spagnolo, in pieno Algarve; un piccolo e delizioso centro di mare, con tanto di palme, piccole vie piene di caratteristici negozi d’artigianato e un mercatino per tutti i gusti vicino al porto.
Ma il vero angolo di paradiso è lì dietro, a dieci minuti di lento navigare e 100 escudos (mille lire) di biglietto andata e ritorno.
L’isola ha una superficie lunga e molto stretta con una larga spiaggia che prende uno dei lati. Un’unica strada divide per un tratto la sabbia dalla terra, poi spazio. Niente macchine, motorini, barche, motoscafi, niente. Qualche ristorante sul “lungomare”, un bar sulla spiaggia e basta. Oltre al campeggio, naturalmente, impostato anch’esso sui canoni di libertà. Niente numeri di piazzola, categorie di lusso, prenotazioni, posti al sole e posti all’ombra. Un bosco molto grande, un terreno molto morbido (cosa fondamentale) e una tenda: la metti dove vuoi, dove trovi posto, dove ti piace di più. Nessuno ti disturberà. Bagni puliti, numerose docce e un piccolo spaccio-alimentari. Finito, questa è Ilha de Tavira. E questo nulla apparente è il segreto della sua magia.
E così ci troviamo a trascorrere queste giornate molto lunghe, riscoprendo i piaceri della lentezza, l’attenzione agli odori o ai rumori, inebriandoci ora dopo ora del piacere di non sapere mai quello che si dovrà fare un attimo dopo o magari domani. Può essere tutto o niente. Ci sono giorni che resti in spiaggia a leggere, poi mangi qualcosa da qualche parte, e ogni tanto incontri qualcuno e parli, di tutto o di niente, non importa. Si può fare sport, si gioca a calcio sulla spiaggia, c’è chi fa surf dalla mattina alla sera, chi passeggia in riva al mare, chi inventa tornei di beach volley. Gruppi di giovanissimi portoghesi suonano il berimbau, lo strumento tradizionale della capoeira, la lotta degli schiavi Angolani, ora trapiantata in Brasile, e altri seguono con tamburi e jambè. Il ritmo ti perseguita, all’inizio ti ossessiona, poi ti entra dentro e fa parte della tua giornata, scandisce i tuoi tempi e accompagna i tuoi gesti, e inevitabilmente ti lasci cullare.
Unico riferimento, la tenda, con le tue cose. Tutto controllato dai sorveglianti del camping, anche se aleggia forte il sospetto che non ce ne sarebbe nessun bisogno. E i giorni passano in questo modo, lenti, intensi, rigeneranti, mai noiosi. E ogni sera quel dubbio, l’ultimo battello che se ne va insieme all’ultima possibilità di trascorrere una nottata sulla terraferma, discoteche, locali, gente.

E ogni sera siamo rimasti qui, come tutti, incapaci di sottrarci al sottile fascino del nulla.

..."

Agosto dopo Agosto













In questa giornata uggiosa stile Milano che non se ne può piu', mi accorgo che l'estate e piu' vicina di quanto non sembri.
Non so ancora cosa farò il prossimo Agosto, ma mi piace ricordare l'ultimo che ho passato: 25 giorni in solitaria tra Andalusia e sopratutto 15 giorni in terra marocchina; per questo ho deciso di mettere on line (un po' per nostalgia, un po' per la voglia almeno col pensiero di scappare via da qui) un collage delle mie email mandate al gruppo di amici come mio personale diario di bordo..
Due settimane a percorrere km sotto il culo che non passavano mai alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare,ma che al solito la mia linea d'ombra non mi ha fatto incontrare..
Per chi vuole e per chi no, buona lettura..
"

12 Agosto

Ciao a tutti...visto che mi avete lasciato da solo in questo viaggio..mi piaceva condividere con alcuni di voi la mia esperienza:dopo una settimana di turismo normale a tarifa con troppi italiani, ma cmq bello e marbella con gli arabi superricchi che spendono e spandono,oggi sono finalmente in Marocco.

E’ stata una giornata piuttosto estenuante, ma posso dire che ne e valsa la pena:da marbella a tarifa in bus,tariffa-tangeri in traghetto,arrivo al porto e... il caos piu totale:gente che grida,macchine allo sbando,zero semafori, clacson,caldo e afa:cerco di capirci qualcosa e provo a prendere un bus per arrivare qui,ma i bus sono completamente pieni...

Alla fine riesco ad andare alla stazione dei taxi,chiamamoli cosi (in realtà sono sbandatissime e vecchie mercedes che portano fino alla città richiesta) collettivi e dopo una trattativa estenuante mi trovo in 6 questo catorcio con due spagnoli che nn parlavano inglese,due inglesi che non parlavano spagnolo ed il conducente che parlava solo francese....figuriamoci...dopo 120 km di puro delirio in cui vedi il paesaggio e la gente e ti sembra davvero di essere in un altro mondo tra asini ai bordi delle strade,mercati improvvisati e via dicendo,arrivo finalmente qui che e una tranquilla cittadina che nulla a che vedere con le città grandi e caotiche del marocco.
Dopo una ricerca di piu’ di un ora a girare alberghi, alla fine proprio all’ultimo trovo un posto che mi costa 8 euro a notte per una doppia e dopo avermi fatto in giro di sera della medina con il tipico suk arabo,mi mangio couscous e tajin davvero buoni:è tutto un brulicare di gente,di musica arabe e di odori speziati,pane e the caldo e odore di hashis del posto.

Davvero bello,molto particolare dai sapori alla gente alla kasba ed alla vecchia medina.

Alla fine ieri sera me ne vado a letto stremato alle 22 30 e stamattina mi risveglio 12 ore dopo...
Starò qui anche domani e lunedi mi aspetta un altro delirio per arrivare e fes che sono altri duecento km piu’ giu...

16 Agosto

Oggi sono arrivato meknes che è la terza città imperiale e che sembra anche essere molto piu’ tranquilla rispetto a quel delirio che è fes con la sua gigantesca medina.
In tutto ciò ieri sono anche andato alla mellah, cioè il vecchio quartiere ebraico ho visitato una bella sinagoga restaurata con tanto di aron ha codesh e torah e potete immaginare che emozione tra moschee varie e c sono giornali tutti pro libano e nasrallah che va in video sempre e d’Israele non si parla nemmeno:anzi per loro la tregua è una vittoria di hizballaz...sti ben zona.

Cmq pro di questi giorni:mezzi di trasporto piu’ normali come l’autobus o il treno e l albergo di oggi ha pure la colazione compresa..

Contro:l’albergo di fes uno squallore mai visto;donne non se ne vedono,ma sopratutto voglio una birraaaa!!!

24 Agosto

Ciao regaz:ultime ore in terra maruega.
I fatti di questa intensa settimana:
sono stato per l’appunto a meknes che si è rivelata città assai piu’ tranquilla rispetto a fes,ma cmq molto carina con la sua medina ed i suoi tratti imperiali come la maestosa porta di bab el mansour.

Il giorno dopo mi sposto nella tanto attesa marrakech ed il viaggio di 7 ore in treno con soli venti minuti di ritardo (maledette fs....) si rivela stupendo dal punto di vista paesaggistico,ma allucinante perchè mi ritrovo in uno scompartimento con sole donne arabe che parlano ininterrottamente per tutta la durata del viaggio e quindi nn chiudo occhio.

Ad ogni modo arrivo e sto a marrakech solo due giorni e dico solo due giorni perchè ne meriterebbe molti di piu’, ma cmq riesco a godermi la sua fantastica piazza che brulica di gente di artisti come mai avevo visto,unico neo nn riesco a vedere cimitero e sinagoga perchè era shabbez ed erano chiusi,ma la sera prima sono andato alla funzione del venerdi al tempio della ville nouvelle ed è stata davvero un emozione indescrivibile.

Poi la pazzia:mi sparo da marrakech 8 ore di pulman allucinanti( in un paesaggio da favola tra le montagne del medio atlante ed il deserto) perchè il conducente dalle sette e trenta del mattino mette solo musica araba,per arrivare a boumalne du dades che è un paesino sperduto poco prima della gola del dades che il giorno dopo visito grazie ad una guida; ed è stato davvero spettacolare in mezzo alle montagne rocciose camminare tra cascate e vallate immense.
Il ritorno il giorno dopo è altrettanto faticoso (cioè ieri),ma ne è valsa davvero la pena.
Dopo la sosta di ieri sera di nuovo a marrakech,stamattina viaggio di sole tre ore e per una volta normale ed arrivo ad essaouira dove sono adesso:tranquilla cittadina turistica di mare con i suoi bastioni ed il suo porto pieno di gabbiani ed in tutto ciò dopo aver trovato una sistemazione pseudodecente in una casa marocchina ma almeno economica,dopo 15 gg di sbatti riesco a fare finalmente in bagno in un mare d oceano gelido in una spiaggia che è un tipico carnaio agostano con l’aggiunta del casino marocchino.

Ultime ore dicevo: domani ultimo giorno qui che mi brazerò al sole e poi venerdi mattina mega tirata con pulmann di 6 ore fino a casablanca e poi treno notturno per tangeri; sabato mattina dovrei riuscire a prendere il traghetto di ritorno per tarifa: la spagna,l’europa,l’occidente.

In un certo senso non vedo l’ora di un po’ di normalità,ma sono anche sicuro che appena mi troverò aldilà del mare,mi ritroverò in una fottuta e normalissima tranquillità e che tutte le caratteristiche di questa splendida pazza terra a cui mi sono lentamente abituato,un po’ mi mancheranno...

Con questo concludo e magari ci si sente un ultima volta da tarifa o magari no,spero di non avervi annoiato troppo,siete stati tutti cmq degli splendidi compagni di viaggio.

Inshallah ci si vede presto..."